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Periodico registrato presso il Tribunale di Ancona n. 13 del 10 maggio 2012

ISSN: 2280-756X

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L'innovazione organizzativa del settore agroalimentare dal lato del consumo: il caso dei Gruppi di Acquisto Solidali

Antonella Bodini
Istituto Nazionale di Economia Agraria

Agrimarcheuropa, n. 6, Marzo, 2015

Introduzione

Nell’ultimo decennio si è andato affermando un processo di innovazione del sistema agro-alimentare caratterizzato dallo sviluppo di reti locali per la commercializzazione dei prodotti alimentari, sia di produttori che dei consumatori. Tra le iniziative promosse dai consumatori si stano diffondendo in Italia i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) che promuovono il sostegno dei piccoli produttori tramite acquisti collettivi.
I GAS sono gruppi auto-organizzati di consumatori che acquistano, direttamente dai produttori, generi alimentari o prodotti di uso comune, e li ridistribuiscono fra loro. La caratteristica “solidale” differenzia un GAS da un qualsiasi altro gruppo di acquisto perché aggiunge un criterio guida nella scelta dei prodotti. La solidarietà parte all'interno del gruppo, fra i suoi membri, e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell'ambiente, alle popolazioni del Sud del mondo. Il GAS realizza quindi una rete di solidarietà che diventa fondamento dell'esperienza stessa, permettendo di praticare quello che viene definito consumo critico (Fonte:  www.eventhia.com).
Alla base della costituzione dei GAS vi è la ricerca di prodotti alimentari di qualità, ma anche il coinvolgimento sul etico e sociale verso chi produce i prodotti, nonché verso il territorio e l’ambiente. Con l’acquisto collettivo di prodotti alimentari, molto spesso biologici, tipici, a denominazione d’origine, del commercio equo solidale, i consumatori riacquisiscono autonomia e controllo sulle proprie scelte di consumo.
Il fenomeno nasce da una critica profonda verso il modello di consumo e di economia globale, che è regolamentato da una politica di consumo e guadagno spesso iniqua. I membri di un GAS invece ricercano nell’iniziativa una alternativa di consumo praticabile da subito e, al contempo, perseguono gli obiettivi di favorire la riflessione sui temi dell'alimentazione e consumo di prodotti biologici, acquistare prodotti a prezzi accessibili nonché stabilire rapporti fiduciari tra consumatori e produttori. In questo contesto il GAS si configura sia come uno strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi di cambiamento delle scelte di acquisto soprattutto in ambito alimentare, sia come luogo di incontro e di scambio di esperienze e di autoproduzione, realizzando un altro modo di consumare.

Il fenomeno dei GAS in Italia e nelle Marche

Sotto un profilo meramente pratico, il GAS nasce dalla comunicazione interpersonale, dall’idea degli acquisti collettivi nel proprio contesto di amicizie/conoscenze. Ne consegue che, creato un gruppo di interessati, insieme ci si occupa di: a) ricercare in zona piccoli produttori, b) raccogliere gli ordini tra chi aderisce, c) acquistare i prodotti, d) distribuire i prodotti tra gli aderenti.
In Italia la prima esperienza risale al 1994 nel comune di Fidenza, a cui sono succeduti altri comuni emiliani, fino all’istituzione della rete di gruppi d’acquisto nel 1997, con finalità di coordinamento e scambio tra esperienze omologhe (Rete G.A.S.). Nel 2014 si contano 995 GAS in tutta Italia, maggiormente concentrati nelle regioni del nord-ovest (Tabella 1). Nelle Marche operano 32 GAS, di cui 14 nella provincia di Ancona e 9 in quella di Pesaro-Urbino.

Tabella 1 – GAS aderenti alla Rete G.A.S., 2014

Fonte: elaborazioni proprie su dati Rete G.A.S. (http://www.retegas.org)

Il presente studio prende in considerazione il GAS Fano Fortuna (1) attivo nel comune marchigiano di Fano, nella provincia di Pesaro e Urbino. Si tratta di un’associazione apartitica senza scopo di lucro con sede a Fano istituita nel 2004 raccogliendo l’iniziativa di alcuni volontari che inizialmente avevano organizzato dei gruppi d’acquisto per prodotti specifici. Nel tempo le adesioni sono notevolmente aumentate (nel 2014 si contano circa 200 iscritti) e i partecipanti hanno strutturato la distribuzione dei prodotti in modo organizzato e coordinato, anche appoggiandosi al Centro di Educazione Ambientale “Casa Archilei”, messo a disposizione dal Comune di Fano.
I produttori che conferiscono prodotti al GAS sono circa 40. Si tratta prevalentemente di aziende agricole biologiche locali, sebbene si ritrovino anche aziende del settore calzaturiero (2) e di detergenti naturali (2). Il volume di acquisti annuo si è evoluto insieme alla crescita del numero di gasisti e di nuovi produttori. Nel 2014 è stato stimato pari a 154 mila euro. La quota percentuale dei prodotti alimentari è pari ad oltre il 90%, mentre la componente non alimentare (igiene personale, detersivi ecologici) rappresenta il restante 7% (Tabella 2).

Tabella 2 - Numero di fornitori e volume di vendite dei fornitori del Gas Fano Fortuna per categoria di prodotto, 2014

a: comprende confetture, succhi e olio d’oliva
b: igiene delle persona e della casa, abbigliamento e calzature
Fonte: rilevazione diretta

Il capitale sociale, costituito principalmente dalle quote associative, ammonta a circa 4.000 euro e viene utilizzato per l’affitto dei locali, l’organizzazione di eventi, adempimenti amministrativi e quote associative. Nel tessuto sociale del GAS si intrecciano relazioni di amicizia e solidarietà nonché iniziative che possono interessare cibo, salute, autoproduzione di detergenti ecologici e laboratori come “Mani in pasta” o “Cuciamo insieme”.

I risultati dell’indagine

Nei mesi di maggio-giugno 2014 è stato somministrato un questionario ai gasisti iscritti per analizzarne le caratteristiche intrinseche, le motivazioni e i comportamenti d’acquisto. Complessivamente sono stati raccolti 65 questionari compilati dai responsabili d’acquisto familiare. Di essi il 62% aderisce al GAS Fano Fortuna da oltre 4 anni, i due terzi sono donne e hanno tra i 35 e i 55 anni. La composizione familiare prevalente è quella formata da una coppia con figli: il 50% con un figlio di età inferiore ai 12 anni, il restante equamente rappresentato da famiglie con figli di 12-19 anni o con figli di età superiore ai 20 anni. Per quanto attiene alla condizione lavorativa, dei rispondenti, 46 sono occupati, 10 sono pensionati, 3 casalinghe e 6 in cerca di occupazione.  Da evidenziare che tra questi non vi sono studenti.
La prima sezione del questionario ha indagato sulle abitudini dei gasisti in relazione alla frequenza d’acquisto per categorie di prodotto. E’ emerso che frutta, verdura, pasta e formaggi sono i prodotti che maggiormente vengono acquistati con una cadenza regolare, quindi abitualmente. Seguono “farina, legumi e miele”, “pane, confetture, caffè, carne, olio”, ed, infine, “pesce, vino, insaccati”, acquistati invece saltuariamente presso il GAS. Tra i prodotti non alimentari acquistati abitualmente presso il GAS primeggiano i detergenti ecologici per la casa e la persona.
Dall’analisi delle risposte fornite nella seconda parte del questionario sono emersi i motivi più ricorrenti per i quali ci si rivolge al GAS, quali: a) la qualità dei prodotti, b) il rapporto diretto con i produttori, c) il sostegno ai piccoli produttori, d) l’attenzione all’ambiente, e) la prossimità dei produttori/fornitori (Tabella 3). Interessante riscontrare come la convenienza economica e l’accesso a prodotti alimentari “alternativi” non sia stata una risposta frequente. E’ noto infatti come un gruppo d’acquisto riesca ad ottenere sconti di rilievo per l’acquisto di quantitativi importanti di prodotto. Ciononostante questo elemento è apparso non essere determinante per l’adesione al gruppo.

Tabella 3 – Motivazioni, coinvolgimento e comportamenti d’acquisto dei consumatori-gasisti (risposte ordinate in modo discendente in base alle frequenze)

Fonte: rilevazione diretta 

Le tre motivazioni principali in ordine d’importanza per i rispondenti sono state quelle relative alla qualità degli alimenti, al sostegno ai piccoli produttori locali e all’ambiente. Diversamente, per gli uomini, al primo posto si colloca la filiera corta, seguita dalla qualità e dal sostegno alle imprese di piccola dimensione. Per quanto riguarda la vicinanza dei produttori, questa prerogativa è molto sentita dalle giovani famiglie che in occasione di gite fuori porta visitano le aziende agricole anche con i figli, i quali possono successivamente seguire le attività didattiche con le scuole presso le stesse aziende attrezzate allo scopo. Il sostegno economico è maggiormente sentito dalle famiglie senza prole, mentre al primo posto nelle famiglie con figli c’è la qualità dei prodotti, tanto più se i figli hanno un età inferiore ai 12 anni.
Una terza sezione del questionario si è prefissata di analizzare il coinvolgimento personale degli acquirenti e ha messo in luce che all’atto dell’acquisto il gasista ritiene di aver acquistato con responsabilità e consapevolezza sociale ed ambientale, favorito ed interagito con i piccoli produttori, realizzando un rapporto commerciale mutualistico, e aver acquistato prodotti alternativi o non reperibili attraverso altri canali di vendita. I sentimenti che animano i gasisti sono indifferenziati per genere e composizione familiare. In base all’età, invece, si può rintracciare una differenza in quanto dai questionari è emerso che i gasisti meno giovani aderiscono al GAS soprattutto per favorire e sostenere i piccoli produttori, mentre i più giovani ricorrono ad esso per senso di responsabilità e consapevolezza ambientale che deriva dalla conoscenza delle realtà produttive locali.
La quarta sezione ha riguardato l’evoluzione del comportamento seguente alla partecipazione al GAS. A fronte di circa il 15% dei rispondenti che ha affermato di non aver modificato i propri comportamenti d’acquisto o il proprio stile di vita, il restante ha dichiarato di acquistare prodotti stagionali, a km zero o locali, prodotti biologici/ecologici anche in altri canali di vendita, nonché di essere più attento all’alimentazione e al benessere fisico e aver ridotto i consumi familiari complessivi. La stagionalità e la vicinanza al luogo di produzione dei prodotti alimentari sono risultate le caratteristiche preferite dai gasisti, a prescindere dal genere e dall’età. Quanto alla ricerca del prodotto biologico certificato sono più le donne e i gasisti giovani ad attribuirne un peso rilevante.
La quinta sezione infine ha evidenziato i criteri di scelta dei fornitori, che consistono principalmente nella produzione biologica, l’assenza di Ogm e la qualità intesa come bontà dei prodotti. Il listino prodotti scontato e la certificazione sono ritenuti poco importanti per la selezione dei fornitori.
Alcuni gasisti non acquistano determinati prodotti per tre ordini di motivi. La prima motivazione è l’autoproduzione o lo scarso consumo di alcuni prodotti. La seconda è la periodicità della distribuzione che può rappresentare un deterrente all’approvvigionamento familiare, anche legato a vincoli familiari o lavorativi. L’ultima, ma non per importanza, è il fatto che alcuni abbiano dei rivenditori di fiducia (es. macellaio o pescivendolo) a cui si rivolgono e che non sono disposti a sostituire.

Considerazioni conclusive

Dal lato dell’offerta il GAS si configura come un canale di commercializzazione diretta per l’impresa agricola. Le aziende agricole diversificate possono promuovere attraverso il GAS servizi e attività connesse (ad esempio ristorazione o attività didattiche), oltre che di informazione sui processi produttivi.
Dal lato della domanda il GAS rappresenta un modello comportamentale del consumatore attento all’alimentazione, alla qualità e all’ambiente, quindi alla sostenibilità e alla solidarietà. Infatti attraverso il gruppo d’acquisto si realizza l’accesso a produzioni locali e stagionali oltre ad instaurarsi un rapporto con gli agricoltori, peraltro fortemente ricercato perché vettore di fiducia.
Si può concludere che il GAS con il tuo tessuto commerciale e l’indotto sociale-relazionale realizza un luogo tangibile in cui si concretizza un economia civile. Infatti, dallo scambio di esperienze e promozione culturale si intessono relazioni non solo commerciali ma anche sociali e sostenibili. Il contesto in cui ciò avviene è intrinsecamente legato alla dimensione territoriale. Il territorio è quindi l’elemento cruciale in cui si inserisce il GAS attraverso il suo ruolo di attivatore dell’economia agroalimentare locale.

Note

(1)  L’associazione si prefigge di “sviluppare una cultura orientata ad un consumo critico e sostenibile e di sostenere piccoli produttori biologici favorendo rapporti diretti che garantiscano un'equa rimunerazione e promuovano lo sviluppo di filiere corte”.  Per il raggiungimento dello scopo sociale l’Associazione svolge principalmente “acquisti collettivi di prodotti, ma anche attività di assistenza ed informazione nel campo alimentare biologico, operazioni di sensibilizzazione e promozione della cultura della sostenibilità ambientale e sociale fra i soci e fra la cittadinanza, nonché incontri finalizzati a favorire la conoscenza ed il rapporto con i piccoli produttori biologici ed i loro prodotti”(Statuto della associazione di promozione sociale “Gasfano Fortuna”.

Bibliografia di approfondimento

Briamonte L., Giuca S. (2010), Comportamenti e consumi socialmente responsabili nel sistema agro-alimentare. INEA, Roma.
Giarè F., Giuca S. (2012), Agricoltori e filiera corta. INEA, Roma.
Grasseni C. (2014), Seeds of trust. Italy’s Gruppi d’acquisto solidale. Journal of Political Ecology, 21,179-192.
Rossi A., Brunori G. (2011), Le pratiche di consumo alimentare come fattori di cambiamento. Il caso dei G.A.S., Agriregionieuropa, anno 7, n. 27, Dicembre. [Link]
Schifani G., Migliore G. (2011), Solidarity Purchase Groups and the new critical and ethical consumer trends: first results of a direct study in Sicily, New Medit, 3, 26-33.

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