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Periodico registrato presso il Tribunale di Ancona n. 13 del 10 maggio 2012

ISSN: 2280-756X

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Sviluppo rurale e foreste

Stato e problematiche attuali nelle Marche


Giulio Ciccalè
Regione Marche

Agrimarcheuropa, n. 3, Settembre, 2012


Premessa

Il tema forestale e dello sviluppo rurale risulta ampiamente trattato in altre sedi (Rete Rurale Nazionale, 2012) cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
In questo articolo, si focalizza l’attenzione sulla situazione delle Marche, che riflette però quella di molte regioni italiane, specialmente quelle appenniniche e insulari, regioni, cioè, accomunate non solo dalla presenza della copertura forestale mediterranea/mediterraneo-montana e da una selvicoltura basata principalmente sull’utilizzo a ceduo del bosco, ma da caratteristiche e situazioni demografiche, culturali, socio-economiche, paesaggistiche e strutturali (es. viabilità forestale e modalità di esbosco) piuttosto simili, pur nelle differenze locali.

 

PSR Marche e foreste: passato e presente

Il primo dato su cui porre l’attenzione è che, a fronte di una capacità di spesa superiore al 100% delle risorse disponibili da piano finanziario del PSR 2000-2006 (le misure forestali hanno “accolto” e sfruttato appieno anche economie registrate dalle misure strutturali agricole), si è ora (fine 2012) in una situazione attuativa che può essere sintetizzata come segue.
In merito alla misura 122 (valorizzazione economica delle foreste), con il bando scaduto nel luglio 2012 si sono rese disponibili tutte le risorse, pari a 1,32 milioni di €. La misura ha finanziato sia interventi di miglioramento forestale sia l’acquisto di attrezzature e macchine forestali. Le domande di aiuto pervenute sono state 9, di importo complessivo pari a 241 mila €. Il residuo da bando è pertanto di 1,079 milioni di €. Purtroppo  tutte le domande sono risultate irricevibili per carenze non integrabili. Sebbene l’interesse sia stato piuttosto limitato, è probabile che il bando venga riproposto nell’immediato.
Riguardo alla misura 123b (aumento valore aggiunto prodotti forestali), a breve sarà emanato il bando con le risorse da poco resesi disponibili, pari a 500 mila €. E’ previsto un certo interesse da parte delle Cooperative forestali del territorio regionale.
In relazione alla misura 224 (indennità Natura 2000 forestali) sono stati emanati due bandi per l’annata silvana 2010/11 di importo complessivo di 1,3 milioni di €, uno per i cedui a regime, l’altro per i castagneti da frutto. Nessuna domanda di aiuto è stata presentata dai beneficiari e nessun altro bando sarà riproposto.
La misura 225 (pagamenti silvoambientali) non è stata attivata nel PSR Marche per evidenti problematiche realizzative, riscontrate anche da Regioni nel cui PSR era presente la specifica scheda di misura.
La misura 226 prevede in particolare le seguenti azioni: (a) interventi di prevenzione degli incendi boschivi – Comunità montane; (d) attrezzature informatiche, visive e radio per la lotta agli incendi boschivi – Protezione civile regionale. Riguardo all’azione (a), di interesse prettamente forestale, sono stati emanati 3 bandi, di cui i primi due 2 si sono chiusi con domande istruite. Rispetto al passato si evidenzia un significativo numero di domande inammissibili ed una evidente lentezza nella progettazione, appalto, spesa e rendicontazione degli interventi da parte di alcuni enti. Sono stati impegnati 7,51 milioni di € e residuano 4,9 milioni di €. Il terzo bando scadrà nell’ottobre 2012.
Relativamente alla misura 227 (investimenti non produttivi forestali), data la “concomitanza” con l’Anno Internazionale delle Foreste 2011, è stata attivata la sola azione (c) (mantenimento od incremento della biodiversità forestale), con l’allocazione di tutte le risorse a disposizione pari a 3,59 milioni di €. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 1° ottobre 2012. L’interesse sembra discreto, pur se si è quasi certi che le risorse bandite risulteranno superiori a quelle richieste.
Come noto il settore forestale soffre di problematiche oramai definibili “imperiture” quali la frammentazione della proprietà, la scarsa propensione all’aggregazione, alla pianificazione, alla gestione attiva e, ancor di più, all’investimento nei propri boschi, la tendenza alla spopolamento e l’alto tasso di invecchiamento della popolazione attiva residente e la scarsa raggiungibilità dei beneficiari dovuta alla quasi inesistente rappresentatività in seno ai tavoli di concertazione dei proprietari forestali privati.
A queste si ritiene che se ne siano aggiunte di ulteriori, riguardanti le singole misure e sorte in parte durante la concertazione con la rappresentanza della Commissione europea sul testo delle singole schede di misura.
Nell’ambito della misura 122, il tasso di tasso di aiuto è sceso dal 100% al 50-60 % (40% per attrezzature e mezzi). Altre questioni concernono la detrazione del valore del legname, per cui il tasso di aiuto si riduce ulteriormente, e l’IVA non ammissibile per i beneficiari pubblici.
Con riguardo alla misura 123b, il  tasso di aiuto è rimasto al 40%, un valore ritenuto basso dagli operatori del settore forestale dal momento che realizzano bassi guadagni a fronte di un notevole impegno di mezzi, carburanti e lavoro. Le spese per attrezzatture e mezzi, escludendo quelli dedicati al taglio, allestimento ed esbosco non sono ritenute ammissibili. Precedentemente,  lo erano anche i mezzi a trazione integrale per il trasporto del personale e/o promiscui ed i mezzi per l’esecuzione di interventi di ingegneria naturalistica. Vi è inoltre una generale crisi di liquidità e una grave difficoltà di accesso al credito da parte degli operatori forestali uniti in forma cooperativa, determinata anche dall’inattesa lentezza dell’esecuzione degli interventi preventivi di cui alla misura 226 e dalla inammissibilità di alcune domande presentate dalle Comunità montane.
In merito alla misura 224, l’indennità è riconosciuta solo per i divieti imposti dalla normativa (DM 17/10/2007) e non anche per le best practices individuate dalla Giunta regionale con propria deliberazione (n. 1471/08). Inoltre, il massimale di aiuto di 200 €/ha, seppure appetibile per le lavorazioni e le superfici agricole, risulta molto basso per l’attuazione, e relativo indennizzo PSR, dei divieti e delle misure di conservazione previste dagli enti gestori per i siti della Rete Natura 2000. In questi siti, infatti, nessuno più chiede di tagliare il bosco per via degli evidenti problemi causati dalla normativa, dai costi burocratici ed economici connessi alla valutazione di incidenza e dagli enti gestori che formulano prescrizioni tali da generare ulteriori problematiche realizzative, ulteriori costi e lunghi tempi di fermo. Sono queste evidenti limitazioni del godimento dei frutti pendenti da parte della proprietà privata che non apportano, tra l’altro, alcun “valore aggiunto” per la tutela dell’ambiente e della biodiversità. A questo si aggiungono  le notevoli difficoltà applicative delle misure a superficie ai boschi, soprattutto se di carattere pluriennale, dato che le utilizzazioni sono legate a singole annate silvane, e  i relativi atti autorizzativi (lo stesso dicasi per la misura 225).
In riferimento alle misure 226a e 227c, va fatto notare un aumento della burocrazia esogena ed endogena per le misure strutturali del PSR aventi come beneficiari gli enti pubblici (es. fascicolo aziendale, utilizzo del particellare catastale e non del particellare forestale del piano di gestione/assestamento forestale). Vi è poi una generale indeterminatezza legata alla fine o alla riorganizzazione delle autonomie locali e di altri enti beneficiari. A queste problematiche si aggiungono un generale appesantimento burocratico delle procedure di appalto pubblico con allungamento dei tempi di progettazione, appalto ed esecuzione lavori e una eccessiva burocratizzazione dovuta alla “moltiplicazione” delle autorizzazioni necessarie per l’esecuzione degli interventi (es. nulla osta Enti Parco, valutazione di incidenza, autorizzazione idrogeologica e paesaggistica provinciale per i ripristini di piste e la sistemazione delle frane). Infine vanno ricordati la detrazione del valore del legname con indeterminatezza circa il rientro del 100% delle spese sostenute e l’IVA non ammissibile per i beneficiari pubblici.
Quelli sopraesposti sono i problemi principali che si riscontrano nel settore forestale e che si affiancano a quelli strutturali e più generali. Accanto ad essi però ne esistono anche di secondari, in questa sede trascurati, ma non per questo meno importanti.  

 

PSR Marche e foreste: alcuni suggerimenti per il futuro

Per il futuro periodo di programmazione, con riferimento in particolare a quanto emerge dall’ultima versione della bozza di Regolamento disponibile, si ritiene che per il settore forestale debbano essere prese in considerazione le seguenti raccomandazioni.

  • Le procedure burocratiche per gli interventi forestali devono essere snellite sia nello sviluppo rurale che nella materia paesaggistica ed ambientale comunitaria e nazionale, come auspicato dalla stessa UE in conseguenza della crisi economica.
  • In sede nazionale va definita dettagliatamente la “rosa” degli interventi/investimenti/pratiche ammissibili ed occorre instaurare un accordo di partenariato, o similare, con la Commissione europea in modo da rendere certo l’andamento e i risultati della concertazione del testo del PSR e delle decisioni dei singoli CdS. Il Mipaaf e le Regioni stanno agendo in questo senso.
  • Il beneficiario deve essere possibilmente unico per tutte le misure che prevedono interventi selvicolturali (migliorativi, preventivi, di tutela ambientale). Deve inoltre essere identificato nel gestore effettivo della foresta o in chi si impegna a gestirla attivamente, indipendentemente dalla personalità e forma giuridica, pubblica, privata o pubblico-privata.
  • Per gli interventi selvicolturali il massimale deve essere pari al 100% delle spese ammissibili e l’IVA non recuperabile va inclusa per gli Enti pubblici.
  • Occorre valutare l’opportunità che le misure forestali “climatico-ambientali” (attuali misure 224 e 225, attuali artt. 26, 31 e 35 della bozza di nuovo regolamento) possano essere scisse dall’attuale equiparazione attuativa e gestionale propria delle misure a superficie agricole, elaborando la forma attuativa e gestionale più efficace e consona alla particolarità delle stesse.
  • Va reintrodotta la possibilità di cofinanziare inventari, cartografie e strumenti di pianificazione forestale di ogni livello e per ogni tipologia di proprietà/possesso/gestione nonché la possibilità di cofinanziare forme di aggregazione tra gli operatori forestali pubblici e/o privati.

 

Conclusioni

Il settore forestale nella nostra regione è un settore che, seppur piccolo, marginale ed un po’ trascurato, all’infuori dalla vincolistica, risulta fondamentale per la gestione del territorio, la difesa del suolo, la tutela dell’ambiente e del paesaggio, la cultura, le tradizioni, le produzioni, la multifunzionalità e i beni e servizi pubblici che rende. Questi prodotti purtroppo non vengono però remunerati adeguatamente a chi gestisce in modo attivo e sostenibile la superficie forestale, la quale occupa, va ricordato, ben il 30% del territorio regionale.
La situazione che il settore forestale attraversa è tuttavia preoccupante come dimostrano le statistiche (dati progetto Util.for, Comando regionale CFS) sulla tagliata media delle Marche (7 mila m2) e sul tasso di utilizzazione dei cedui a regime equivalente all’1% annuo e al 24% sul turno medio di utilizzazione. Ciò significa che il 76% dei cedui è in abbandono colturale decennale. Sulle fustaie addirittura non si interviene, se non in demanio regionale. Nell’ambito delle difficoltà che il settore incontra non vanno sottovalutati la grande anti-modernità, la durezza e la pericolosità del lavoro in bosco, la difficoltà di reperimento di una manodopera forzatamente molto specializzata e il basso valore aggiunto della lenta e ciclica produzione legnosa.
In questo quadro, le normative e i provvedimenti finanziari, ormai solo di derivazione comunitaria, rappresentano una sorta di “Fortezza Bastiani”, con cui è impossibile dialogare, competere e addivenire a benefici. Per questo motivo non si intravedono grandi variazioni sul tema del “trascinamento”, tanto per utilizzare un termine specifico dello sviluppo rurale.
La speranza è che il nuovo periodo di programmazione dello sviluppo rurale, che comunque sembra introdurre alcune positività rispetto al passato oltre che mantenere irrazionali rigidità, dia maggiormente ascolto alla voce silente delle foreste ma anche a chi silenziosamente le ha per anni studiate, chi per le foreste opera, chi nelle e delle foreste mediterranee vive e intende continuare a vivere dignitosamente, con un minimo di razionale sostegno. Che questo perdurante silenzio diventi alfine “assordante” per chi decide.

 

Riferimenti

Rete Rurale Nazionale (2012), “Foreste e Sviluppo rurale”, RRN Magazine, n.3, marzo. Disponibile al seguente link: http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7570

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