Tu sei qui

Home

Glossario finanziario

Analisi costi-benefici

L’analisi costi-benefici è una tecnica per valutare la convenienza a realizzare un progetto di investimento di cui si conoscono o possono essere stimati con adeguata approssimazione i costi e i ricavi, i quali, in questo tipo di analisi, prendono il nome di benefici. Questa tecnica può essere utilizzata come strumento di pianificazione aziendale per l’analisi degli effetti derivanti da scelte di medio-lungo periodo che comportano una modifica della disponibilità di fattori produttivi e in cui la variabile tempo assume importanza. E’ particolarmente adatta nelle situazioni in cui i costi e i benefici variano nel tempo, per esempio nel caso più frequente in cui i costi si concentrano nelle fasi iniziali di esecuzione del progetto mentre i benefici tendono a prodursi nelle fasi successive. Dal momento che i flussi si producono in momenti diversi e, quindi, hanno valore diverso, per garantirne la confrontabilità, l’analisi costi-benefici riporta tutti i ricavi e i costi allo stesso riferimento temporale. Siè soliti distinguere tre tipi di analisi costi-benefici: analisi di tipo finanziario, analisi di tipo economico e analisi di tipo sociale. L’analisi di tipo finanziario si basa su un approccio di carattere privatistico-imprenditoriale (in altre parole il punto di vista è quello del privato imprenditore) dove l’obiettivo è la massimizzazione del profitto secondo i criteri di efficienza finanziaria. L’analisi include solo i benefici e i costi che hanno un prezzo di mercato. L’analisi di tipo economico si basa su un approccio di carattere sociale (in questo caso il punto di vista è quello della collettività) dove l’obiettivo è quello della massimizzazione del benessere sociale secondo i criteri dell’efficienza economica. L’analisi, in questo caso, considera sia i benefici e i costi che hanno un prezzo di mercato sia i benefici e i costi sociali che non hanno un mercato, come le risorse ambientali, la vita umana, il tempo libero. Diversamente, l’analisi di tipo sociale si basa su un approccio di carattere pubblico (in altre parole il punto di vista è quello del decisore pubblico), dove l’obiettivo è dato dalla redistribuzione della ricchezza. In questo tipo di analisi si prendono in considerazione gli effetti redistributivi legati al progetto di investimento applicando opportune ponderazioni.

Analisi di sensibilità

L’analisi di sensibilità applicata all’analisi costi-benefici valuta come varia il giudizio di convenienza economica (ed eventualmente di sostenibilità finanziaria) in relazione al variare degli eventi considerati più casuali. In altri termini, determina il grado di stabilità (o robustezza) dei giudizi valutativi al mutamento di una data variabile. Tanto meno i risultati variano, tanto più robusti sono i risultati dell’analisi di convenienza. Le variabili che possono essere analizzate sono: i parametri del modello, quali il tasso di sconto e la durata dell’orizzonte temporale; la dinamica generale, come il tasso di inflazione e la crescita demografica; i prezzi dei prodotti e dei fattori produttivi impiegati, quali i prezzi di vendita, i costi di investimento, i costi di esercizio, salari e stipendi orari; la domanda di mercato, quindi il bacino di utenza; e le rese produttive, come i volumi di vendita dei beni e dei servizi.

Analisi di sostenibilità finanziaria

L'analisi di sostenibilità finanziaria applicata ad un progetto di investimento ha come obiettivo quello di rendicontare le risorse disponibili e necessarie per finanziare l’investimento, provenienti da fonti sia interne (il capitale proprio) che esterne come il credito ordinario e i contributi pubblici, e valutare la fattibilità finanziaria dell’investimento, ovvero la capacità di coprire eventuali scoperti finanziari che discendono dalla realizzazione del progetto.

Benefici

Tra i benefici dell’analisi costi-benefici di tipo finanziario vanno sostanzialmente inclusi i ricavi di vendita dei beni prodotti dall’investimento, ottenuti moltiplicando i prezzi di vendita per le quantità vendute. Ad essi si aggiunge il valore residuo dell’investimento nel caso in cui l’investimento venga dismesso e rivenduto durante o alla scadenza dell’investimento. Questo valore coincide per esempio con il prezzo di realizzo dalla vendita di un macchinario o con il valore del legname nel caso di espianto di una piantagione. Tra i benefici, va anche inserito l’eventuale risparmio di costo legato alla sostituzione di un’attività preesistente, come il minore costo che si avrebbe sostituendo l’energia elettrica acquistata sul mercato con energia rinnovabile derivante dalla realizzazione di un impianto a biogas. Infine vanno inclusi anche gli eventuali risparmi fiscali, qualora non siano stati già inseriti come minori costi, ossia come costi con segno negativo.

Costi

Rappresentano costi dell'analisi costi-benefici di tipo finanziario, anzitutto, i costi dell’investimento, ovvero i costi di acquisto e impianto di beni durevoli come terreni, fabbricati e piantagioni. Tra i costi di investimento si considerano anche i costi accessori per il funzionamento dell’investimento, rappresentati da macchine, impianti e attrezzature. Vanno presi in considerazione anche gli eventuali costi di disinvestimento come la dismissione o l’espianto del bene nel caso in cui queste operazioni vengano fatte durante o alla scadenza dell’investimento. Oltre ai costi di investimento e disinvestimento, si considerano poi i costi di esercizio legati all’impiego di fattori produttivi per mettere l’investimento nelle opportune condizioni produttive. Si parla cioè di materie prime quali carburanti, lubrificanti, fertilizzanti, antiparassitari, acqua ed energia; costi della manodopera e spese generali quali assicurazioni, contabilità, consulenze, affitti, servizi di manutenzione e così via. Tra i costi dell’analisi di tipo finanziario va inclusa anche la perdita di reddito derivante dall’impossibilità di svolgere attività produttive preesistenti. Inoltre va considerato tra i costi, l’aumento dell’imposizione fiscale indotto dall’incremento di reddito prodotto dall’investimento.

Rapporto Benefici-Costi attualizzati

Il rapporto benefici-costi attualizzati si ottiene rapportando la somma dei benefici attualizzati alla somma dei costi attualizzati. La sua formula è:

VAN = Somma (per i=1,....,n) b(i)/(1+r)^i / Somma (per i=1,...,n) c(i)/(1+r)^i 

dove n = numero periodi (o anni), b(i) = benefici al tempo i, c(i) = costi al tempo i, r = tasso di sconto.

Un progetto si giudica conveniente qualora il rapporto sia maggiore di 1. In questo caso, i benefici sono maggiori dei costi e il valore attuale netto è positivo. Se il rapporto è invece inferiore all’unità allora i benefici sono minori dei costi e il valore attuale netto è negativo. Se il rapporto è uguale ad uno, allora i benefici uguagliano i costi e il valore attuale netto è pari a zero. Il rapporto benefici-costi attualizzati può essere impiegato per confrontare progetti diversi. Il progetto più conveniente è quello con il rapporto più alto.

Ritorno Annuo Equivalente

Ritorno medio annuo netto di un investimento.

Tasso di sconto

Il tasso di sconto può essere definito come quel tasso che si otterrebbe investendo il capitale in modo alternativo. E’ il tasso utilizzato per riportare i flussi monetari al momento attuale. Questa operazione, in matematica finanziaria, prende il nome di sconto finanziario, che si contrappone alla capitalizzazione, con cui una somma di denaro viene traslata avanti nel tempo. Lo sconto si applica in quanto il valore ad oggi di un flusso di denaro è inferiore al suo valore futuro. In altre parole, un flusso perde di valore quanto più ci si allontana nel tempo. Questo dipende da tre ordini di motivazioni: psicologiche, in quanto si tende ad attribuire maggiore importanza al presente; logiche, per via dell'incertezza futura; ed economiche, poiché se si investe oggi una somma di denaro si potrebbero ottenere degli interessi, che prendono il nome di costo opportunità. Il tasso di sconto può essere espresso in termini nominali (se si considera l'inflazione) o in termini reali (al netto dell'inflazione).

Tasso Interno di Rendimento

Il tasso interno di rendimento (TIR) può essere definito come una misura percentuale della redditività di un investimento. E’ quel tasso di sconto che rende uguali i costi e i benefici attualizzati ovvero che consente di recuperare tutti i costi al termine dell’investimento. Ragionando in termini di indicatori, è quel tasso che rende il valore attuale netto pari a zero e il rapporto benefici-costi attualizzati pari ad uno. Il TIR assume particolare importanza nei casi in cui non sia possibile identificare un tasso di sconto per l’attualizzazione dei flussi. Il TIR può essere utilizzato per valutare la convenienza di un investimento e confrontare investimenti alternativi. Un progetto si giudica conveniente se e solo se il TIR è maggiore del tasso di sconto, qualora quest’ultimo sia noto, o se è maggiore del tasso di rendimento di un investimento alternativo. Tra più progetti, quello più conveniente è il progetto che mostra il TIR più alto. Non è detto tuttavia che questo sia sempre vero. Dipende anzitutto dalla dimensione dell’investimento. Possono infatti esserci investimenti che hanno un TIR più basso ma esibiscono un valore attuale netto più alto. Dipende inoltre dalla distribuzione dei flussi. Infatti, può accadere che il valore attuale netto di un progetto con tasso più alto possa essere più basso in corrispondenza di determinati valori del tasso di sconto.

Tempo di ritorno del capitale

Il tempo di ritorno del capitale (payback period, in inglese) è un indicatore della convenienza di un investimento. Si tratta del periodo di tempo necessario affinché i benefici attualizzati superino i costi attualizzati. In altri termini, è l’anno in cui la somma cumulata dei flussi netti attualizzati assume valore positivo, ossia quando il valore attuale netto diventa maggiore di zero. Un progetto si giudica conveniente nel caso in cui il tempo di ritorno del capitale risulti inferiore alla durata dell’investimento. 

Valore attuale

Il valore attuale di una somma di denaro futura è la somma che andrebbe investita oggi ad un certo tasso (tasso di interesse) per ottenere quella data somma futura, ovvero è il valore ad oggi di una somma di denaro futura scontata in base ad un certo tasso (tasso di sconto). Il valore attuale è inferiore al valore futuro. In altre parole, un flusso perde di valore quanto più ci si allontana nel tempo. Questo dipende da tre ordini di motivazioni: psicologiche, in quanto si tende ad attribuire maggiore importanza al presente; logiche, per via dell'incertezza futura; ed economiche, poiché se si investe oggi una somma di denaro si potrebbero ricavare degli interessi, che prendono il nome di costo opportunità. Nell'ambito dell'analisi costi-benefici, il valore attuale viene applicato per riportare al momento attuale costi e benefici che si prevede si manifestino in futuro e in momenti diversi al fine di renderli confrontabili tra loro. E' la base di riferimento per il calcolo dei comuni indicatori di convenienza economica.

Valore Attuale Netto

Il valore attuale netto è la differenza tra il valore attuale dei benefici, ovvero la somma dei benefici attualizzati, e il valore attuale dei costi, ossia la somma dei costi attualizzati. La sua formula è:

VAN = Somma (per i=1,....,n) b(i)/(1+r)^i - Somma (per i=1,...,n) c(i)/(1+r)^i 

dove n = numero periodi (o anni), b(i) = benefici al tempo i, c(i) = costi al tempo i, r = tasso di sconto.

Il VAN è un indicatore di convenienza economica di un progetto di investimento. Un progetto si reputa conveniente qualora il valore attuale netto sia maggiore di zero. In tal caso, infatti, i benefici attualizzati superano i costi attualizzati. Il valore attuale netto può essere anche utilizzato per confrontare più investimenti per i quali sia stato calcolato il relativo valore attuale netto. Il progetto più conveniente è quello con il valore attuale netto più alto. Non è detto però che un progetto con il valore attuale netto più alto sia necessariamente migliore. Infatti il progetto potrebbe prevedere anche costi di realizzazione che l’imprenditore giudica troppo elevati. Per poter confrontare progetti aventi dimensione diversa si ricorre quindi al valore attuale netto relativo che si ottiene rapportando il valore attuale netto alla somma dei costi attualizzati.