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L’Atlante dei giovani agricoltori delle Marche
ISMEA
Agrimarcheuropa, n. 2, Giugno, 2012
La Rete Rurale Nazionale (RRN) nell’ambito del Gruppo di Lavoro Giovani ha realizzato nel 2010 “l’Atlante dei giovani agricoltori” (Rete Rurale Nazionale, 2010), uno strumento di facile consultazione destinato alle amministrazioni responsabili dei programmi di sviluppo rurale e a quanti impegnati a sviluppare, monitorare e valutare politiche sul territorio indirizzate a favorire il ricambio generazionale in agricoltura in Italia (1).
Attraverso l’Atlante si sono voluti fornire degli elementi utili a rispondere ad alcune domande valutative riguardanti il ricambio generazionale nelle aree rurali (2). Di seguito si riportano i risultati con riferimento alla presenza dei giovani conduttori e alla potenzialità di subentro su scala familiare nella regione Marche.
Dove si localizzano i giovani agricoltori
In Italia si è assistito ad una grossa riduzione della presenza giovanile nella conduzione delle imprese agricole: da 263 mila unità nel 2000 si è passati a 129 mila nel 2007. L’incidenza dei giovani conduttori sul totale nel 2007 è stata pari al 6,2% riducendosi del 4% rispetto al 2000.
Nelle Marche, nel 2007, l’incidenza dei giovani conduttori di imprese agricole sul loro totale è stata pari al 4,1%, valore al di sotto sia della media nazionale (3) sia di quello delle regioni competitività considerate nel complesso (7%). Tra il 2000 e il 2007 la presenza dei giovani conduttori si è ridotta del 3,2% (Figura 1). In termini assoluti i giovani conduttori si sono localizzati quasi interamente nelle aree C (zone rurali intermedie) con circa 2.600 unità. La maggiore riduzione si riscontra proprio in queste aree, dove l’incidenza dei giovani agricoltori sul totale è passata dal 7,4 al 4,1%.
Figura 1 - Conduttori con meno di 40 anni per area PSN
Legenda: A - poli urbani; B - aree rurali con agricoltura intensiva specializzata; C - aree rurali intermedie e D - aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
Fonte: Elaborazioni RRN su dati ISTAT
A livello provinciale l’indicatore conduttori giovani con meno di 40 anni sul totale varia tra il 3,8% ad Ancona ed Ascoli Piceno e il 4,6% a Pesaro e Urbino ed è proprio questa provincia che, nel periodo in esame, fa registrare la contrazione maggiore (-3,7%).
Il rapporto tra i giovani conduttori e aziende agricole complessive applicato a livello territoriale fornisce un’indicazione sulle aree in cui in futuro il settore agricolo potrà ancora assicurare la produzione di prodotti agricoli sul nostro territorio curandone il paesaggio e preservando le risorse naturali presenti. La Figura 2 mostra come questo indicatore sia più elevato nell’area pesarese e quella di Fermo e Ascoli Piceno.
Figura 2 - Conduttori con meno di 40 anni, Marche, 2007 (in % sul totale conduttori)
Fonte: Elaborazioni RRN su dati ISTAT
Dove si localizzano le aziende con possibilità di ricambio generazionale
Le potenzialità di subentro familiare possono essere misurate attraverso il rapporto tra i conduttori con oltre 55 anni con figli tra 18 e 39 anni sui conduttori totali. Le possibilità di favorire un subentro su scala familiare in Italia si stanno riducendo. L’indicatore di potenziale subentro è passato dal 19,1% nel 2000 al 13,9% nel 2007, contraendosi di 5,2 punti percentuali nel periodo preso in esame. In termini assoluti il numero dei conduttori ultra cinquantacinquenni con almeno un successore è passato da 492 mila unità nel 2000 a circa 292 mila nel 2007.
Nelle Marche, nel 2007, l’incidenza dei conduttori con più di 55 anni con almeno un successore con età compresa tra 18 e 39 anni sul totale è stata pari al 18,4%, valore al di sopra della media nazionale (13,9%) e di quello delle regioni competitività considerate nel loro complesso (15,3%) (Figura 3). La presenza di un potenziale successore, tra il 2000 e il 2007, è diminuita del 4%. In termini sia relativi che assoluti i conduttori con potenziale successore sono più numerosi nelle aree D (zone rurali con problemi complessivi di sviluppo) con circa 8.000 unità pesando per il 18,9% del totale. L’esame dell’indicatore nelle aree rurali evidenzia come le zone rurali intermedie (aree C) registrino la diminuzione maggiore. In esse l’incidenza dei conduttori con più di 55 anni con un potenziale successore sul totale è passata dal 24 al 18,9%.
Figura 3 - Conduttori con oltre 55 anni e con successore di 18-39 anni per area PSN
Legenda: A - poli urbani; B - aree rurali con agricoltura intensiva specializzata; C - aree rurali intermedie e D - aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
Fonte: Elaborazioni RRN su dati ISTAT
Macerata è la provincia con la quota più elevata di conduttori con più di 55 anni con almeno un successore (19,7%), seguita da Ancona (19%). La provincia di Macerata è però quella che registra, tra il 2000 e il 2007, la contrazione maggiore (-4,5%).
Dal punto di vista territoriale, emerge una distribuzione omogenea delle potenzialità di subentro, fatte salve alcune eccezioni rappresentate dai comuni di Falconara (Ancona) e Bolognola (Macerata) (Figura 4).
Figura 4 - Conduttori con oltre 55 anni con successore di 18-39 anni, Marche, 2007(in % sul totale conduttori)
Fonte: Elaborazioni RRN su dati ISTAT
Ricambio generazionale: alcune considerazioni
Nella regione Marche come del resto in gran parte del nostro territorio si evidenzia una forte e preoccupante riduzione tra il 2000 ed il 2007 del numero dei conduttori giovani e della loro incidenza rispetto al totale dei conduttori. Il limitato ricambio generazionale, anche evidenziato dalla riduzione dei conduttori con oltre 55 anni con figli tra 18 e 39 anni sui conduttori totali, rappresenta un forte ostacolo allo sviluppo delle aree rurali della regione. Nell’attuale programmazione la regione Marche ha destinato, in termini di quota FEASR, il 2,3% delle risorse del proprio Piano di Sviluppo Rurale alla misura 112 relativa al primo insediamento, quota inferiore a quanto mediamente le regioni italiane hanno destinato a questa misura (3,9%).
Per le Marche ancora non sono stati pubblicati risultati del censimento 2010, ma a prescindere da quello che emergerà, appare indispensabile anche per la futura programmazione continuare ad investire sui giovani come auspicato da molti. A questo riguardo è utile richiamare quanto sottolineato in una relazione del Parlamento Europeo: “Le future politiche di sviluppo rurale devono puntare a […] contrastare l'abbandono dell'attività agricola da parte dei giovani. […] Considerando che, da un lato, solo il 6% degli agricoltori europei ha un'età inferiore ai 35 anni e che, dall'altro, 4,5 milioni di agricoltori andranno in pensione nei prossimi dieci anni, […] il rinnovo generazionale dovrebbe pertanto essere considerato una delle sfide prioritarie della futura PAC” (Parlamento Europeo, 2011).
Riferimenti
Rete Rurale Nazionale (2010), L’Atlante dei giovani agricoltori, Giovani e Pari Opportunità - MiPAAF COSVIR V, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Roma. Reperibile al seguente [link].
Parlamento Europeo (2011), “La PAC verso il 2020: Rispondere alle future sfide dell'alimentazione, delle risorse naturali e del territorio”, relazione di Albert Deß (n. 2011/2051 INI), proposta di risoluzione approvata nella seduta del 23/06/2011.
Savarese (2010) “Il database sugli indicatori comunali sullo sviluppo rurale: un servizio per le autorità di gestione dei PSR della RRN”, Presentazione svolta a Roma il 24 giugno 2010 e disponibile al seguente [link].
Note
(1) La fonte dei dati è quella del database sugli indicatori territoriali. Per una presentazione dello strumento si rimanda a Savarese (2010).
(2) I dati sono stati elaborati per le annualità 2000, 2005 e 2007 e per le quattro aree del Piano Strategico Nazionale: A - poli urbani; B - aree rurali con agricoltura intensiva specializzata; C - aree rurali intermedie e D - aree rurali con problemi complessivi di sviluppo.
(3) Un confronto con le altre regioni e provincie autonome italiane evidenzia che la regione Marche presenta per il 2007 una delle percentuali più basse di conduttori con meno di 40 anni sul totale dei conduttori. Solo per la Calabria si rileva una quota inferiore (3,9%).